Chi per hobby, chi per passione, un pò tutti si sono avventurati a modellare qualcosa con della plastilina, argilla o altro. C’è anche chi per paura di non ottenere il risultato desiderato rinuncia anche a cominciare. Oggi cercheremo di capire e conoscere i materiali e gli utensili che occorrono a tale scopo e scopriremo qualche trucchetto per realizzare al meglio le nostre opere.
La manualità è qualcosa che si sta inesorabilmente perdendo con l’avvento delle tecnologie. Trovare tutto pronto nei negozi e nei centri commerciali ci abitua a non sforzare il nostro cervello e le nostre mani a creare anche la più semplice delle cose. Un antico proverbio cinese racconta di un ragazzo che chiede il pesce al pescatore, ma alla seconda richiesta il pescatore impara al ragazzo l’arte della pesca per potersi gestire da solo. Quindi oggi conosceremo i materiali e utensili essenziali per comprendere meglio ciò che serve a modellare un qualsiasi oggetto.
Per la modellazione occorre intanto scegliere il materiale da modellare, e successivamente gli utensili, che possono variare in base al materiale. Vediamo quelli più comuni e utilizzati.
-STECCHE DI LEGNO
-MIRETTE
-TORNIO DA TAVOLO
-SPATOLE
-PENNELLI
-COMPASSO
-RASPETTE O LIME
-STECCHE METALLICHE
-MAZZOTTO IN LEGNO O GOMMA: liscio o con piccole cuspidi
L’Argilla è forse il materiale prediletto degli scultori. La sua plasticità e consistenza permette di fissare meglio i movimenti e i pensieri dell’artista. Proprio a lui consente la libertà di espressione e la delicatezza del modellato di oggetti piccoli o grandi. L’argilla è spesso utilizzata per realizzare sia bozzetti di opere più grandi che opere finite. Di argille ne esistono infinite tipologie sopratutto se si considerano anche quelle ricavate dalla miscela di svariate argille che si trovano in natura. Brevemente elenchiamo quelle più conosciute e utilizzate:
il Caolino, è di pasta bianca e considerata più pura. Le argille non sono altro che la decomposizione di alcune rocce in particolare quella di Feldspato. Quindi al momento della nascita questa argilla è bianca, in base alla localizzazione geologica o rimane intatta oppure viene trasportata dai movimenti della terra, e durante il percorso assorbe gli elementi che trova, come ferro alluminio e altri minerali. Forse proprio per la sua purezza è più delicata e meno plastica delle altre, ha un ritiro minore e va infornata a temperature tra i 1000 e 1200 gradi.
Le argille sedimentarie sono per l’appunto le argille che con gli spostamenti hanno raccolto sedimenti organici e altri minerali che le rendono più o meno plastiche e con colorazioni diverse: blu, grigie giallastre o verdi, e contengono molti frammenti di quarzo che vetrificano alla cottura. Proprio tutta questa moltitudine di elementi fanno si che il punto di cottura si abbassi tra i 950° e i 1000°. Quella che contiene molto ossido di ferro è quella che usiamo comunemente, grigia quando è secca e rosso-arancio dopo la cottura, spesso si vedono anche i cristalli di quarzo luccicare.
La Formula chimica più comune è Al2 O3 2SiO2 2H2 O, come notate la presenza di Idrogeno e ossigeno genera l’acqua, questa è chiamata acqua di coposizione che si trasforma durante la cottura, mentre l’acqua così detta di “plasticità” è quella che evapora durante l’essicazione. La plasticità è possibile diminuirla o aumentarla con l’aggiunta di acqua che si comporta come cuscinetto tra le particelle di argilla conferendogli per l’appunto, plasticità.
Per ottenere un effetto più rustico si può impastare con la “schamot”, ovvero sabbie silicee o di natura basaltica, queste rendono l’argilla più resistente e con una finitura porosa. Questo tipo di argille si utilizzano per sculture grandi perchè resistono meglio alla pressione del loro stesso peso. La porosità ha anche altri vantaggi, evita il formarsi di bolle d’aria che provocherebbero un’esplosione dei pezzi nel momento della cottura. Per mia esperienza personale, e a spese di alcuni miei manufatti, ho visto e capito cosa provocano realmente le esplosioni, le bolle d’aria non sono camere vuote, se così fosse non succederebbe nulla, ma l’aria si comporta come un liquido che sotto l’azione del calore si dilata, e premendo sulle pareti della rigida e fragile argilla la spacca. Le sacche di aria si creano sopratutto nei grossi spessori, per questo è sempre meglio svuotare i pezzi. Ma l’aria non è l’unica causa di rotture durante la cottura.
Se l’oggetto viene infornato ancora umido e l’acqua non esce in tempo (accade sopratutto con i grossi spessori), il cotrasto fra la forte caloria e l’umidità esterna fa frantumare tutto. La differenza tra questo caso e le bolle d’aria è che nel primo caso il pezzo può solamente linearsi o staccarsi in due pezzi (e si potrebbe facilmente riparare a freddo), mentre l’argilla umida si frantuma e a volte si deforma e rende impossibile la riparazione degli stessi oggetti creati.
La Plastilina, apprezzata dai bambini, è molto differente dall’argilla. Essendo a base di paraffina, quindi cera, sottoposta al calore delle mani diventa malleabile e non è solubile in acqua bensì in trementina. Proprio la duttilità data dal poco calore delle mani è sufficiente ad ottenere piccoli particolari senza seccarsi e indurirsi. Viene utilizzato in campo professionale per creare modelli in scala o da calcare per essere realizzati con altro materiale.
Esistono tantissimi altri materiali che possono essere modellati come il Fimo per realizzare piccoli oggetti, o le cere.
Di Stecche ne esistono in legno o metallo. Le più comuni sono in legno rigido utilizzate per l’argilla e la plastilina, utili a pressare porzioni di materiale. Ne esistono svariate forme e misure, le più utilizzate sono quelle a punta o arrotondate, semicircolari o a punta sferica, con il profilo liscio o dentato per creare diverse modanature e texture tra le più diverse e svariate. Quelle metalliche invece vengono usate pure per l’argilla ma ancora di più per lavorare le cere, dato che possono essere riscaldate da una fiamma senza problemi. Anche queste, hanno le forme tra le più svariate in base alle esigenze vostre.
Le mirette vengono confuse con le stecche, ma sono cose totalmente diverse. Se le stecche servono a pressare e addurre materiale, le mirette servono per lo più a togliere porzioni di materiale. hanno un corpo centrale in legno e delle estremità con del filo di ferro robusto, solitamente ad arco ma ne esistono anche piatti o con sagome particolari. Quelle più comuni hanno un semplice filo in acciaio rotondo, mentre quelle più professionali hanno un semi tondino anziche un tondino circolare, questo taglia meglio sopratutto sull’argilla a durezza cuoio o anche nel gesso. Questi utensili possono essere facilmente realizzati usando dei fermagli da ufficio e delle penne esaurite. Ad esempio: create con delle gaffette la sagoma che preferite e attaccatela all’estremità della penna con del nastro adesivo.
Il tornio da tavolo non è altro che una piastra rotante manuale, spesso dotata di cuscinetti, che sopporta anche enormi pesi (quelli più grandi e spesso costosi). Sopra vi si possono mettere diversi chili di materiale e si riesce facilmente a far ruotare la piastra in modo da non dover girare attorno alla scultura ma spostando il disco con le mani la scultura ruota da sola. Anche di questi ne esistono diverse dimensioni e sono utilizzati dagli scultori e ceramisti. I trespoli rotanti hanno lo stesso scopo ma sono molto più alti e vi si lavora stando in piedi.
Poi c’è anche il tornio elettrico che serve a plasmare i vasi. E’ azionato da un pedale che ne regola la velocità, una volta venivano azionati dall’artigiano con dei pedali o nel caso piu’ arcaico, facendo ruotare un disco di legno , adesso questi utensili si sono evoluti ed è possibile acquistarli con modiche spese.
Le spatole spesso in metallo possono servire per la pulizia del laboratorio sia per modellare e spianare piani di argilla o modellare grandi superfici. Possono essere con e senza manico, di metallo o in legno, forse più specifiche per la modellazione.
I pennelli servono quasi ovunque. Si possono usare pennellesse per raccogliere gli scarti di lavorazione, oppure per lasciare trame particolari, oppure per spalmare una soluzione di polvere di argilla e acqua per incollare dei pezzi.
Il compasso, oltre che per realizzare dei semplici cerchi serve anche per riportare facilmente delle misure nel caso bisogna realizzare una riproduzione in scala di un determinato oggetto.
Le raspe o le lime vengono utilizzate ad argilla secca per rifinire i manufatti, possibilmente per le finiture si usa prima della carta abrasiva.
Il mazzotto in legno o gomma serve a compattare il materiale plastico che si sta usando. La bocciarda è un martello particolare con delle cuspidi piramidali sulle facce che servono a creare una modanatura grezza e non rifinita. Potete creare voi il mazzotto e lavorare le facce con dei rilievi o incisioni che a loro volta possono divenire decorative.
Per realizzare delle sfoglie di materiale si può usare un mattarello da cucina o un semplice tubo, o anche una bottiglia di vetro, l’importante sia cilindrica. Per avere uno spessore costante potete usare dei listelli come regoli, così vi creerete un laminatoio.
Questi ultimi sono gli utensili che si acquistano in appositi negozi, ma possono essere benissimo rimpiazzati con qualsiasi altro oggetto (a parte quelli specifici). Ogni oggetto che avete intorno è capace di lasciare un’impronta o una trama, un mestolo o un casco possono diventare forme per coppe o ciotole, una penna o un pezzo di legno levigato possono diventare delle stecche. Oppure divertitevi scoprendo le tracce che una spugna o una prietra ruvida può lasciare sui vosti manufatti.
Tornando al proverbio cinese del pesce, invece di mangiare il pesce, quindi consumare una conoscienza fornitaci da altri, è meglio imparare a pescare, ovvero produrre delle conoscenze e sviluppare delle tecniche proprie. L’osservazione di ciò che ci sta intorno sviluppa la creatività artistica e scientifica che può scaturire dagli oggetti. Spesso avendo meno materiali a disposizione aumenta la creatività perchè il cervello è spinto a cercare combinazioni per risolvere un problema con le risorse disponibili anzichè avere tutto pronto e a portata di mano. Quindi si riscoprono le tecniche tradizionali, se ne inventano di nuove e si sperimentano nuove applicazioni, tra le più personali e improbabili. A voi il piacere della scoperta di questo vasto mondo.