Per gli appassionati delle “americanate” sono una golosità immancabile, ma forse in pochi sanno che in realtà il piatto tra le sue origini anche in altri paesi come Belgio, Francia, Inghilterra e Germania. Siamo oramai abituati ad intravvederli in telefilm e film americani, talvolta magari riccamente accompagnati da panna, sciroppo d’acero, frutta, cioccolato, etc.
Chiunque sia ghiotto di dolci almeno una volta è probabile che si sia chiesto che sapore abbiano e come si preparano.
Queste cialde sono particolarissime, croccanti fuori e morbide dentro. Hanno diverse denominazioni nei vari paesi, infatti i termini waffel, wafel, e persino il francese gaffre, gaufre, fanno sempre riferimento allo stesso prodotto.
Altrettanto può stupire che le origini di questa pietanza (in Italia giunta per le sottili sfoglie dei Wafer o per le cialde dei coni gelato) risalgono al medioevo. La superficie delle cialde, dalla caratteristica goffratura (reticolato) viene, e veniva anche nel medioevo, realizzata tramite due piastre sagomate. Ma tracce di qualcosa di simile è stato rinvenuto persino nell’antica grecia, con la denominazione obleios. Eppure è il termine medievale francese che forse meglio rende l’idea del dolce nella sua moderna accezione, gauffre voleva infatti dire “a nido d’ape”.
La pietanza aveva carattere ben augurale, preparate per portare fortuna ed allegria. Non a caso veniva realizzata in occasione di giorni festivi ( Carnevale, martedì grasso, calderola) e le stesse piastre necessarie per la preparazione erano presenti nelle doti matrimoniali in segno di buon auspicio per una serena vita assieme.
La tradizione vuole che Thomas Jefferson in persona portò con se dalla Francia i poffer, ossia le piastre necessarie. A quell’epoca però le cialde erano più sottili perché nell’impasto mancava il lievito (presente nelle ricette moderne), presumibilmente introdotto nelle ricette a partire dal 1800 anno della sua invenzione.
I waffle moderni utilizzano il lievito in polvere più pratico e veloce rispetto a quello di birra (che comunque viene scelto per la ricetta dei gauffre francesi, la quale però richiede più tempo).
Dal medioevo in cui venivano conditi con formaggi nella versione salata, o col miele per quella dolce, c’è stata un indubbia evoluzione di possibilità. Cioccolata, zucchero a velo, marmellata, mandorle, sciroppo d’acero, panna, nocciole, yogurt, sono solo alcune delle possibilità.
La preparazione necessita d’una piastra apposita, ve ne sono di vari tipi alcuni sagomati in modo da dare alla cialda una forma particolare (cuore, classico quadrato, quadrifoglio, etc.).
Risulta essere innegabile il legame che si può riscontrare tra queste cialde e le “parenti” crépes e pancakes.
Le piastre da wuffle sono facilmente reperibili anche in Italia sebbene manchi una vera e propria traduzione di queste cialde qui da noi. I prezzi sono spesso molto abbordabili (circa una decina di euro, al massimo fino a venti), d’altronde si tratta d’un congegno molto semplice. Generalmente le piastre hanno una forma a valigetta e presentano sulla parte superiore delle spie luminose che segnalano il momento di preparazione ottimale della cialda. La forma del wuffle dipende strettamente dalla sagoma incisa nella piastra.
Ma passiamo agli ingredienti necessari (dosi per circa 7 wuffle), considerando che con lievito in polvere la lavorazione e molto veloce, appena 10 minuti.
Ingredienti
120 grammi di burro
1 bustina di lievito per dolci (va bene anche vanigliato)
60 grammi di zucchero
250 grammi di farina del tipo 00 (meglio se setacciata così evitiamo i grumi nell’impasto)
3 uova
1 pizzico di sale
125 millilitri di acqua
Un po’ di buccia grattugiata di limone (sempre meglio evitare la parte bianca più interna, ha sapore più aspro)
Preparazione dei Waffle
La preparazione necessita d’un ampia terrina e magari d’uno sbattitore elettrico, questo facilita di molto i lavori e concede al composto una buona densità.
Il burro ammorbidito a temperatura ambiente va unito allo zucchero, alla farina, aggiungendo progressivamente anche il pizzico di sale, la bustina di lievito e quel po’ di scorza di limone grattugiato. Le uova vanno aggiunte una ad una, cercando d’attendere la completa amalgamazione prima di procedere con la successiva. Anche l’acqua va aggiunta, cercando di mantenere il composto alla giusta densità (non deve rischiare d’essere troppo liquido altrimenti colerebbe dalla piastra e non raggiungerebbe la giusta altezza).
Mentre accendiamo la piastra, in modo da darle il tempo di riscaldarsi, lasciamo il composto a riposare. Una decina di minuti di riposo dovrebbero essere sufficienti per un risultato ottimale.
La piastra può essere unta, se si teme l’attacco dei wuffle, con un po’ di burro ma ciò non è strettamente necessario. Aiutandoci con un mestolo, prendiamo una buona dose d’impasto e lo adagiamo direttamente al centro della piastra, chiudendola subito dopo con la piastra superiore.
Così facendo il composto si dispone da solo all’interno, seguendo i bordi della sagomatura della piastra. Aiutandoci con la spia luminosa sappiamo quando il wuffle è pronto, generalmente 3-5 minuti al massimo sono l’ideale per ottenere una cialda croccante fuori ma morbida al cuore.
La cialda si condisce a fantasia e buon appetito.